venerdì 12 dicembre 2014

Medicina Tradizionale Sarda

Parlare di medicina popolare e fitoterapia in Sardegna rappresenta un'impresa tanto interessante quanto ardua, infatti sono rare le testimonianze , soprattutto scritte, sulla storia e la preparazione  e l'uso di medicine tradizionali. Ma la  medicina sarda si intreccia spesso con la magia il cui simbolosmo rimane per secoli inalterato nei gesti e nel significato delle pratiche.
Storicamente, l'isolamento delle singole comunità, la povertà, la mancanza di personale medico specializzato, farmacie difficilmente raggiungibili, tutto ciò, unito al rispetto per la tradizione popolare tramandata spesso per via femminile da madre a figlia, ha spinto a curare i comuni malanni con erbe, radici, fiori, le cui proprietà erano ben note ai saggi della comunità. Era molto diffusa l'opinione per cui salute e malattia fossero legate all'imperscrutabile volontà divina.. La salute era vista quindi come un dono ricevuto da Dio, conseguentemente, la malattia era un segnale quando non una punizione divina per colpe non espiate. Molto diffuso era quindi il ricorso al divino per impetrare la salute: preghiere, recite del rosario, accensione di candele e incensi, promesse, accompagnavano il processo di guarigione e anzi lo rendevano possibile. Vediamo ora alcune pratiche mediche tradizionali della tradizione sarda. 




ABRUXADURA (scottature e ustioni)
Per curare le scottature di lieve entità si usavano numerosi rimedi: la patata cruda applicata a fette sottili, le foglie di fave fresche, le foglie di cavolo pestate, la sapa, il miele, acqua e sale, olio d lentischio.
 Un unguento fatto con inchiostro, olio d'oliva e farina. Applicazioni di mamma de caffei , il fondo del caffè o dell'orzo.  Per le ustioni , olio d'oliva con sale, un unguento fatto con olio d'oliva e calce.

SU FOGU DE SANT'ANTONI (fuoco di Sant'Antonio)
Questa malattia virale veniva chiamata tradizionalmente  su fogu terra. Si utilizzava un unguento preparato a caldo con sapa e olio d'oliva e scetti. Veniva curata spesso con le scintille prodotte con s'azzraxu e la pietra focaia che venivano proietate direttamente sul male. Talvolta la zona veniva prima unta con ollu de pudda, olio di grasso di gallina. L'operatore , mentre provocava le scintille, recitava i brebus.

IS CALLENTURAS (febbre)
Le febbri erano connesse soprattutto alla malaria, diffusa sino agli anni '40. Il chinino era certamente la medicina più diffusa, ma non mancavano coloro che si curavano con la medicina tradizionale sarda.  Era frequente il ricorso a s'ammesturu de Baccelli , la mistura di Baccelli, . Qualuno riferisce la cura con la genziana di Desulo; con sciroppi di gramigna e radici di smilace..

IS ZERRAS (eczemi)
Gli eczemi "zerra" potevano essere di due tipi, maschio e femmina, il primo tipo era molto più difficile da curare, e si curava con ollu de trigu, olio di grano. Si curava spesso con un unguento fatto con zolfo, strutto, solfatto di rame e cenere di sarmenti. Applicazioni di latti vrigini, latte di un capo di bestiame che non aveva mai partorito. Un unguento fatto con argilla, olio d'oliva e borotalco. Su 'nghiru de s'agu, si passava con lago tre volte al giorno attorno all'eczema.

SEGADAS (i tagli)
Quando qualcuno i procurava una ferita, la prima cosa era urinarci sopra o versarci aceto poi dda coi, per cuocerla, ovvero disinfettarla. Si utilizzava per la ferita l'Achillea, erba ferta come cataplasmo. Si utilizzava anche lo sterco dei cavalli, il pomodoro.





S'ASMA (asma)
La terapia più diffusa era quella degli affumentus, fumi, attraverso vari elementi: zucchero unito ai fiori benedetti del giovedì santo o al caffè macinato, assenzio, zolfo, incenso. Si metteva a bollire l'acqua  con malva e sambuco e il malato doveva respirarne i fumi. 

SU CHIRUSOTTU (torcicollo)
Causato da un colpo d'aria, si curava soffriggendo nell'olio d'oliva un misto di camomilla e ruta, quando poi rìdiventava tiepido si massaggiava la zona dolorante. 

SU BRAXOU(orzaiolo)
Il Braxou poteva essere maschio o femmina, nel primo caso  compariva da 7 a 12 volta, nel secondo caso solo una volta. . La terapia più diffusa era quella di simulare con ago e filo la cucitura dell'orzaiolo.Doveva essere svolta da una persona con la quale il malatto non aveva mai dormito. Il filo doveva essere di seta pura. L'operazione doveva essere svola la mattina a digiuno. Prima della cucitura l'ago doveva essere passato per tre volte a terra a forma di croe. Si svolgevano anche applicazioni di carne e poi la si sotterrava in un posto non conosciuto dal malatto. 

IS PORRUS(porri)
Su un giunco  bisognava fare tani nodi senza contarli, oppure secondo  altri, tanti quanti i porri, e poi lanciarlo all'indietro in un posto in cui il malatto non sarebbe più passato. . A fine luna bisognava sfregare con molta pressione i porri con un pezzo di carne che poi il malato doveva interrare con cura.

ARRESFRIU(raffreddore)
Il raffeddore specie nei bambini veniva curato con fumigazioni di zucchero a cui potevano essere aggiunti vari elementi: incenso, foglie di palma, menta, rose, assenzio e fiori benedetti.  Gli adulti invece si curavano con fumigazioni di mamma de caffei, morchia del caffè., oppure vino o acqua bollente con scorze di arancia.

Ippocrate,460a.C

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